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Sbiancamento

Lo sbiancamento dentale è una pratica diffusa dall’antichità: i fenici e poi i romani facevano impacchi di cera ed urea per ottenere denti più bianchi. Nel medioevo, epoca oscura, si applicavano soluzioni acide e si limava lo strato superficiale del dente con delle raspe di ferro. Nei secoli successivi si utilizzavano foglie di salvia, bucce di limone e bicarbonato di sodio. Al 1800 risalgono i primi tentativi di impiego del perossido di idrogeno, a concentrazioni elevate facendo delle sedute ambulatoriali, ma con effetti collaterali importanti. È stato solo nel 1989 che il prof. Van B. Haywood descrisse in un articolo la tecnica di sbiancamento professionale domiciliare notturno, e nel 1997 egli stesso pubblicava un caso di discromia da tetracicline, trattato per 6 mesi con mascherine specifiche e nitrato di potassio per ridurre la sensibilità indotta dal perossido di idrogeno.

Con l’introduzione in odontoiatria dei laser si sono avviate anche procedure di sbiancamento professionale in studio con concentrazioni di prodotto più elevate ma tempi di trattamento ridotti.

Lo sbiancamento dentale produce un effetto sbiancante evidente e duraturo, quindi con risultati significativamente diversi rispetto a quanto riescono a dare i prodotti commerciali destinati al pubblico, i quali riescono a rimuovere per lo più le macchie superficiali.

Lo sbiancamento professionale domiciliare si realizza applicando sulla superficie esterna dei denti un prodotto gelificato, composto da perossido di carbammide e perossido di idrogeno in concentrazioni e rapporti variabili. La tenuta del prodotto sulla superficie del dente da sbiancare è garantita da mascherine strettamente individuali, che replicano la forma precisa dell’arcata dentale, e possono essere indossate per il tempo giornaliero stabilito in fase di pianificazione del trattamento. Anche il tempo totale del trattamento può variare dalle 2 alle 6 settimane, ed in casi di discromie particolari, come quelle collegate con gli antibiotici, si può prolungare a diversi mesi.

Il trattamento professionale in-office dura dai 30 ai 45 minuti. Esso, previo isolamento delle mucose, si realizza applicando una soluzione di perossido d’idrogeno al 35%, attivata da una fonte di luce intensa come quella ultravioletta o meglio laser che fornisce anche calore. Il trattamento è in genere a cadenza settimanale e dura dalle 4 alle 6 sedute, per ottenere un risultato più duraturo.

Le differenze fra uno sbiancamento professionale domiciliare e quello professionale in-office, sono nella flessibilità del trattamento del primo rispetto al secondo, nella maggiore convenienza economica, essendo necessarie meno sedute in studio, e nella durata del risultato finale nel tempo, sicuramente a vantaggio dello sbiancamento professionale domiciliare.

Per i migliori risultati, da molti anni abbiamo integrato i due trattamenti, facendo delle seduti preliminari di sbiancamento in-office foto attivato, al quale segue il trattamento domiciliare. Questo ci consente di predisporre la superficie del dente alle migliori condizioni per favorire l’azione del composto sbiancante, ed evitare gli effetti collaterali legati all’aumento del numero di sedute ed all’allungamento dei tempi di trattamento.