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Nuove procedure protesiche su impianti

Il reperto etrusco di Civita Castellana, riconducibile al V secolo a. C., è la più antica testimonianza di un tentativo di impianto endosseo postestrattivo mascellare. Esso consiste in una mandibola umana totalmente edentula, ma con alveoli ancora beanti, in cui è inserita una struttura laminare di oro, idonea a supportare denti artificiali. Così come un altro reperto, del I sec. d. C., mostra un perno di metallo, forgiato a mano e lavorato a fuoco, al posto di un elemento premolare. L’impianto è ben ancorato all’osso, rilevando segni di integrazione. La caratteristica fondamentale di questi impianti quindi è la capacità di far formare nuovo osso adeso alla superficie del materiale di cui sono fatti. Negli anni ‘50 del secolo scorso, nasce il concetto di implantologia moderna, si studiano cioè le capacità dell’osso di ancorarsi alle viti, e al tempo stesso matura l’idea che alle viti può essere data una foggia superficiale più adatta a fare da elemento ritentivo per una protesi dentale. È il professor Branemark, che dà completa dignità scientifica al concetto di osteointegrazione, quel processo per cui la vite filettata, in titanio, si integra nell’osso e non può più essere estratta mediante svitamento. La vite implantare ha una filettatura interna sulla quale possono essere avvitate delle sovrastrutture meccaniche secondarie, a cui si ancorano i denti artificiali.

Dai primi anni, in cui occorreva inserire tante viti in un arcata mascellare per realizzare successivamente delle protesi in metalloceramica, le procedure si sono via via semplificate ed oggi, è possibile realizzare delle protesi ancorate su 1 o 4 impianti, con la possibilità di realizzare in poche ore l’intero trattamento di riabilitazione, secondo la tecnica del carico immediato.

Per la sostituzione di un solo dente, la soluzione più recente e sofisticata è l’On 1 di Nobel Biocare: è un sistema che estende la gamma delle soluzioni protesiche, indipendentemente dal tipo di vite inserita. Inoltre permette di immergere completamente nell’osso la vite migliorando la capacità di integrazione. Il punto di forza di questo sistema è che consente di realizzare elementi singoli in zirconio avvitati, evitando in questo modo l’uso di cementi che possono irritare la gengiva o rendere comunque indaginosa l’eventuale rimozione del dente artificiale.

Una soluzione di protesi estesa su impianti, è l’All on four sempre messa a punto da Nobel Biocare; si tratta di una procedura chirurgico-protesica sviluppata nel 1998, che consente una riabilitazione fissa completa su 4 impianti a costi contenuti. Oggi sono stati trattati milioni di pazienti in tutto il mondo con questa procedura ed il successo clinico è ormai pienamente validato.

La fase chirurgica è anche estremamente contenuta grazie alla pianificazione computerizzata dell’intervento, che presenta il vantaggio di non dover effettuare incisioni chirurgiche tradizionali.

Infine la ricerca ha finalmente messo a disposizione degli operatori di un nuovo tipo di impianto che sfrutta la biocompatibilità della ceramica in rapporto ai tessuti e la sua naturale somiglianza al dente. L’impianto si chiama Nobel Pearl e si preannuncia come la nuova best choice in caso di sostituzione degli elementi dentari in area estetica.