03 Set Gengiviti o paradontiti?
Nonostante la sintomatologia di queste due patologie sia molto simile, ci troviamo di fronte a due tipi di infiammazioni sostanzialmente diverse. Mentre la gengivite coinvolge solo il tessuto gengivale, la parodontite intacca invece il parodonto, ovvero la parte inferiore alla corona dentale che ha il compito di mantenere il dente saldo all’osso alveolare.
I principali sintomi di una gengivite possono essere determinati da gonfiore e arrossamento dei tessuti gengivali, con sanguinamenti frequenti. Questo è dovuto a un eccesso di placca e tartaro, composti da batteri, che si deposita sulla superficie del dente a contatto con la gengiva. Il nostro organismo cerca quindi di combattere l’infezione, che dopo circa sette giorni si manifesta in un iniziale gonfiore gengivale senza dolore, il che spesso fa si che il paziente ne sottovaluti l’entità senza rivolgersi al proprio odontoiatra.
Gestita in tempo utile, infatti, la rimozione della placca e del tartaro effettuata da un’igienista dentale può rimuovere l’infiammazione e contenerne i danni, come gonfiore e sanguinamento, riducendone i tempi di guarigione. È chiaro quindi come l’uso quotidiano del filo interdentale possa incidere in maniera determinante sulla prevenzione di infiammazioni simili, riducendo al massimo il deposito di corpi batterici.
Gonfiore e sanguinamento gengivale possono essere sintomatici anche di una parodontite, o periodontite, ma in questo caso l’infiammazione colpisce i tessuti parodontali determinando ascessi e mobilità dentale.
Il deposito del tartaro, in questo caso, è successivo all’infiammazione: la reazione di difesa dell’organismo spinge i tessuti lesi a essudare l’infiammazione, da cui questi batteri traggono nutrimento, innescando un meccanismo a catena che ne rende più difficile la guarigione. A determinare una parodontite concorrono più fattori. Primo fra tutti una scarsa igiene orale e il tabagismo, ma non vanno sottovalutate le malocclusioni, l’affollamento o la dislocazione dentaria né l’assunzione di determinati farmaci che potrebbero alterare l’equilibrio batterico all’interno del cavo orale o abbassare il livello delle difese immunitarie.
Spesse volte, proprio a causa di una lesione dei tessuti parodontali, risulta necessaria un’igiene dentale e una pulizia anche dei tessuti più profondi. Solo nei casi più gravi si ricorre a una rigenerazione dell’osso riassorbito, evitando quindi la perdita del dente.
È quindi importante consultare il proprio odontoiatra appena si nota un gonfiore gengivale o arrossamenti accompagnati da perdita di sangue, oltre ovviamente effettuare una costante prevenzione lavando i denti tre volte al giorno e usando il filo interdentale per impedire depositi di placca.
Come va gestita la malattia parodontale?
Dobbiamo distinguere la gestione clinica e quella domiciliare.
La gestione clinica va distinta In una fase preliminare, effettuiamo una diagnosi attraverso un esame completo della bocca e la raccolta delle informazioni anamnestiche. Con strumenti di nuovissima generazione (e non invasivi) effettuiamo l’esame radiologico anche con tecnologia 3D e sondaggio gengivale con mappatura. A seguire, il percorso clinico il nostro metodo prevede un approccio in cui l’invasività del trattamento è direttamente correlata con la condizione clinica: alle sedute di curettage gengivale, ovvero la pulizia delle tasche gengivali in stato infiammatorio, associamo applicazioni decontaminanti e biostimolanti la rigenerazione di tessuti sani col laser, e contemporaneamente applicazioni topiche di iodopovidone, (un prodotto altamente disinfettante).
Eliminiamo Rimosse tutte le interferenze occlusali, iniziamo il percorso di istruzione ad una migliore gestione dell’igiene domiciliare e della masticazione stessa: Segue un periodo di attesa clinica di per circa 3-4 mesi, il paziente continuerà la terapia con l’utilizzo dei vari presidi medicali specifici per l’igiene locale, e attraverso controlli periodici valuteremo clinicamente e radiograficamente il miglioramento della patologia, anche subclinica. Se necessario, a questo punto si può procedere col ripristino di un rapporto dentoparodontale corretto ed eventualmente si prosegue con le tecniche chirurgiche per la ricostruzione dei tessuti.