05 Nov Gestione della paradontite
Un tempo i dentisti ponevano una terribile diagnosi, la piorrea, per comunicare al paziente che avrebbe perso tutti i denti; una serie di studi, successivamente, ha fatto prendere consapevolezza del fatto che la piorrea è l’ultimo stadio di una malattia infiammatoria delle gengive che viene oggi definita parodontite, e che in realtà, se intercettata prima che causi danni irreversibili all’osso, può essere tranquillamente tenuta sotto controllo, con comuni manovre di igiene domiciliare ed alcuni ausilii specifici.
Il parodonto è la struttura di supporto del dente costituito dall’osso mascellare, dalla gengiva e dai legamenti che collegano questi tessuti ai denti. La parodontite consiste in un aumento dello stato infiammatorio in questo distretto biologico, con danno alle strutture parodontali stesse, compreso l’osso circostante, che provocano la progressiva perdita di stabilità del dente. Le cause vanno ricercate in una predisposizione ereditaria, nell’anatomia dei denti e nei rapporti anatomici stessi dei denti, in anomalie occlusali, nell’accumulo di tartaro che progressivamente tende ad accumularsi nelle tasche gengivali e causa l’allontanamento tra la gengiva e l’osso dal dente, e quindi nella scarsa efficacia dell’igiene orale.
L’attenzione ai sintomi è la prima forma di cura
Le regole elementari di prevenzione sono:
- una corretta igiene orale quotidiana
- visite dentistiche periodiche
- igiene professionale almeno semestrale
La maggior parte dei pazienti sottovaluta i sintomi della parodontite, almeno inizialmente. È bene invece prenotare una visita specialistica in caso di:
- alito cattivo, sapore acre in bocca
- abbassamento e retrazione del bordo gengivale
- mobilità dentale
- arrossamento delle gengive
- infiammazione delle mucose
- sanguinamento gengivale
Come va gestita la malattia parodontale? Dobbiamo distinguere la gestione clinica e quella domiciliare. La gestione clinica va distinta in una fase preliminare diagnostica con esame completo della bocca, raccolta delle informazioni anamnestiche, esame radiologico anche con tecnologia 3D e sondaggio gengivale con mappatura. A seguire, il percorso clinico prevede un approccio in cui l’invasività del trattamento è direttamente correlata con la condizione clinica. Alle sedute di curettage gengivale associamo applicazioni decontaminanti e biostimolanti la rigenerazione di tessuti sani col laser, e contemporaneamente applicazioni topiche di iodopovidone.
Eliminiamo tutte le interferenze occlusali e iniziamo il percorso di istruzione ad una migliore gestione dell’igiene domiciliare e della masticazione stessa. Segue un periodo di attesa clinica di circa 3-4 mesi, in cui il paziente continua a domicilio la terapia con l’utilizzo dei vari presidi medicali specifici per l’igiene locale, e valutiamo clinicamente e radio graficamente il miglioramento dei segnali di patologia, anche subclinica. Se necessario, a questo punto si può procedere col ripristino di un rapporto dentoparodontale corretto ed eventualmente si prosegue con le tecniche chirurgiche per la ricostruzione dei tessuti.